Il D.Lgs. n. 81/2008 e più specificamente l’art. 18 comma 1 lett. t) obbliga il Datore di Lavoro nell’esercizio dell’impresa ad adottare le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e dell’evacuazione dei luoghi di lavoro, nonché per il caso di pericolo grave e immediato.
CONTENUTI DELLA PAGINA
Gestione delle emergenze – Obbligo degli estintori
Il D.Lgs. n. 81/2008 sulla sicurezza sul lavoro l’art. 43 comma 1 lett. e-bis) stabilisce che il Datore di lavoro deve garantire la presenza di mezzi di estinzione idonei alla classe di incendio (tra cui gli estintori) ed al livello di rischio presenti sul luogo di lavoro, tenendo anche conto delle particolari condizioni in cui possono essere usati. Tale obbligo si applica anche agli impianti di estinzione fissi, manuali o automatici, individuati in relazione alla valutazione dei rischi.
Classificazione dei livelli di rischio d’incendio dei luoghi di lavoro
Il 10 marzo 1998 classifica il livello di rischio d’incendio del luogo di lavoro in:
- Luoghi di lavoro a rischio di incendio basso:
i luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali e di esercizio offrono scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio ed in cui, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata. - Luoghi di lavoro a rischio di incendio medio:
i luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sono presenti sostanze
infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorire lo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata. L’allegato IX del presente decreto riporta un elenco di attività a medio rischio di incendio. - Luoghi di lavoro a rischio di incendio elevato:
i luoghi di lavoro o parte di essi, in cui:- per presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella fase iniziale sussistono forti probabilità di propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione come luogo a rischio di incendio basso o medio.
Tali luoghi comprendono: - aree dove i processi lavorativi comportano l’utilizzo di sostanze altamente infiammabili (p.e. impianti di verniciatura), o di fiamme libere, o la produzione di notevole calore in presenza di materiali combustibili;
- aree dove c’è deposito o manipolazione di sostanze chimiche che possono, in determinate circostanze, produrre reazioni esotermiche, emanare gas o vapori infiammabili, o reagire con altre sostanze combustibili;
- aree dove vengono depositate o manipolate sostanze esplosive o altamente infiammabili;
- aree dove c’è una notevole quantità di materiali combustibili che sono facilmente incendiabili;
- edifici interamente realizzati con strutture in legno.
- per presenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di esercizio sussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella fase iniziale sussistono forti probabilità di propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione come luogo a rischio di incendio basso o medio.
I criteri di classificazione si trovano nell’allegato I – LINEE GUIDA PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO NEI LUOGHI DILAVORO – del succitato decreto del Ministro dell’interno in data 10 marzo 1998
Impianti di protezione attiva contro l’incendio
Sono quelle misure di protezione che richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto, finalizzate alla precoce rilevazione dell’incendio, alla segnalazione e all’azione di spegnimento.
Fanno parte di questa categoria:
- Estintori
- Rete idrica antincendio
- Impianti di rivelazione automatica
- Impianti di spegnimento automatici
- Dispositivi di segnalazione e d’allarme
- Evacuatori di fumo e calore
Impianti di protezione passiva contro l’incendio
Sono quelle misure di protezione che non richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto per intervenire nel limitare gli effetti dell’incendio nello spazio e nel tempo e garantire l’incolumità delle persone limitando gli effetti nocivi dei prodotti della combustione o per contenere danni a strutture, macchinari e/o beni.
Fanno parte di questa categoria:
- Barriere antincendio;
- Strutture con resistenza al fuoco commisurata al carico d’incendio;
- Materiali classificati alla reazione al fuoco;
- Sistemi di ventilazione;
- Sistema di vie d’uscita in base al massimo affollamento ipotizzabile
Classificazione degli incendi – classe di incendio e classificazione degli estintori
Gli incendi vengono classificati come segue:
- incendi di classe A: incendi di materiali solidi, usualmente di natura organica, che portano alla formazioni di braci;
- incendi di classe B: incendi di materiali liquidi o solidi liquefacibili, quali petrolio, paraffina, vernici, oli, grassi, ecc.;
- incendi di classe C: incendi di gas;
- incendi di classe D: incendi di sostanze metalliche.
La classificazione degli incendi è tutt’altro che accademica, in quanto non tutte le sostanze estinguenti presenti all’interno degli estintori, portatili o carrellati che siano, possono essere impiegate indistintamente su tutti i tipi di incendio.
Incendi di classe A o Fuochi di classe A: – FUOCHI DA MATERIALI SOLIDI
(Esempi di Combustibile: legname carboni, carta, tessuti, trucioli, pelli, gomma e derivati la cui combustione genera braci)
L’acqua, la schiuma e la polvere sono le sostanze estinguenti più comunemente utilizzate per tali incendi.
I dispositivi antincendio che utilizzano questo tipo di estinguenti sono estintori, naspi, idranti, od altri impianti di spegnimento.
In genere il migliore agente estinguente è l’acqua, che agisce per raffreddamento.
Incendi di classe B o Fuochi di classe B: – FUOCHI DA LIQUIDI
(Esempi di Combustibile: idrocarburi, benzine, alcoli, solventi, oli minerali, grassi, eteri)
Per questo tipo di incendi gli estinguenti più comunemente utilizzati sono costituiti da schiuma, polvere ed
anidride carbonica (CO2).
Il migliore agente estinguente è la schiuma che agisce principalmente per soffocamento.
Assolutamente controindicato l’uso di acqua a getto pieno (può essere utilizzata acqua con getto frazionato o nebulizzato).
Incendi di classe C o Fuochi di classe C – FUOCHI DA GAS
(Esempi di Combustibile: metano, G.P.L., idrogeno, acetilene, butano, propano)
L’intervento principale contro tali incendi è quello di bloccare il flusso di gas chiudendo la valvola di intercettazione oppure otturando la falla.
Il pericolo maggiore con i fuochi di tali combustibili è il rischio di esplosione.
L’acqua è consigliata solo a getto frazionato o nebulizzato per raffreddare i tubi o le bombole coinvolte.
Sono utilizzabili le polveri polivalenti (tipicamente l’estintore a polvere che ha ottenuto una valutazione di classe B o classe A e classe B – norma UNI EN 3-7:2008).
Incendi di classe D o Fuochi di classe D – FUOCHI DA METALLI
(Esempi di Combustibile: alluminio, magnesio, sodio, potassio)
Nessuno degli estinguenti normalmente utilizzati per gli incendi di classe A e B è idoneo per incendi di sostanze metalliche che bruciano quali alluminio, magnesio, potassio, sodio.
Sono particolarmente difficili da estinguere data l’altissima temperatura che possono raggiungere ed occorre utilizzare delle polveri speciali (vi sono estintori portatili a polvere conformi alla classe D) il cui impiego deve essere eseguito ad opera di personale addestrato.
Altri agenti estinguenti (compresa l’acqua) sono da evitare in quanto possono causare reazioni con rilascio di gas tossici od esplosioni.
Incendi di classe F o Fuochi di classe F – FUOCHI CHE INTERESSANO MEZZI DI COTTURA
(Esempi di combustibile: olio da cucina e grassi vegetali o animali)
Questa classe di fuoco è stata introdotta dalla norma UNI EN 2:2005 ed è riferita ai fuochi di oli combustibili di natura vegetale e/o animale tipicamente usati nelle cucine con l’utilizzo di apparecchi di cottura.
Per questo tipo di incendi sono utilizzati estintori con schiumogeni particolari testati su focolai come da norma europea UNI EN 3-7:2008.
Tutti gli estintori idonei per l’uso su fuochi di classe F devono essere conformi ai requisiti della prova dielettrica del punto 9 della norma UNI EN 3-7:2008.
L’utilizzo di estintori a polvere e di estintori ad anidride carbonica (CO2) contro fuochi di classe F è considerato pericoloso.
EX Classe E: – FUOCHI DI IMPIANTI ED ATTREZZATURE ELETTRICHE SOTTO TENSIONE
La norma UNI EN 2:2005 non comprende i fuochi di “Impianti ed attrezzature elettriche sotto tensione” (vecchia classe E) in quanto tali incendi sono riconducibili alle classi A o B.
Gli estintori idonei all’utilizzo su apparecchiature elettriche sotto tensione sono quelli conformi ai requisiti della prova dielettrica della norma UNI EN 3-7:2008.
Gli estinguenti specifici per incendi di impianti elettrici sono costituiti da estintori a polvere con polveri dielettriche e da estintori ad anidride carbonica (CO2), in quanto l’anidride carbonica non è conduttrice di elettricità, mentre NON devono essere usati acqua e schiuma.
Hanno però alcune limitazioni. L’uso della polvere essendo fortemente invasiva può danneggiare apparecchiature adiacenti non coinvolte nel principio d’incendio così come l’anidride carbonica fuoriuscendo a temperature molto basse (-80° circa) provoca un forte raffreddamento che può risultare dannoso per materiali sensibili a forti sbalzi di temperatura.
Oltre a questo tipo di estintori, ne esistono anche di altre tipologie utilizzabili su apparecchiature elettriche sotto tensione come ad esempio alcuni estintori Idrici o schiuma che sono conformi ai requisiti della prova dielettrica della norma UNI EN 3-7:2008.
Questo tipo di estintori a base d’acqua o schiuma riportano sull’etichetta informativa l’indicazione: “adatto all’uso su apparecchiature elettriche sotto tensione fino a 1000 v ad una distanza di un metro”.
E’ bene ricordare, comunque, che tutti gli estintori secondo la normativa vigente devono essere dotati di un’etichetta posta sul fusto su cui sono riportare le caratteristiche principali dell’apparecchio e le condizioni per un suo corretto impiego e la sua identificazione.
Tra queste informazioni è indicato se l’estintore è adatto all’uso su apparecchiature elettriche sotto tensione o, in alternativa, l’avvertenza che indica che l’estintore non è utilizzabile su apparecchiature elettriche sotto tensione.
In ogni caso è opportuno togliere tensione prima di iniziare l’azione di spegnimento in presenza di fuochi su impianti in tensione.